TorriSport

mercoledì 13 gennaio 2010

Sangiamatori al giro di boa

La primavera, quella del 2009, il periodo durante il quale tutto fiorisce, tutto si colora, tutto si risveglia dal torpore invernale deciso a ricominciare una nuova vita rischiava di essere per i Sangiamatori l'inizio della fine. Le fondamenta sulle quali per anni si è sorretta la bella realtà sangimignanese si sono piano piano sgretolate ed il lavoro di ricostruzione è apparso inizialmente troppo faticoso per essere portato a termine da un gruppo affiatato, convinto ma ancora acerbo dal punto di vista puramente gestionale. A fine agosto, invece, la ricostruzione è stata conclusa, i Sangiamaori sono potuti tornare a correre, ad allenarsi e a giocare sul campo di casa, finalmente si è potuto affermare con convinzione che la storia sarebbe potuta continuare. Nuova dirigenza, nuovo allenatore, nuovo campo...stessa voglia di divertimento e stessa unità di gruppo. E' stato chiaro fin da subito che tutti insieme ci saremmo dovuti sentire parte di un “piccolo grande uomo”, un uomo con una memoria, con dei sentimenti ben radicati ma ancora inesperto, ancora incapace di camminare eretto e di resistere alle spallate, un uomo umile che avrebbe dovuto guardare molto spesso dentro di sé per scoprire con il tempo i propri limiti e per trovare le pietre con le quali costruire il lastricato che l'avrebbe condotto nel mondo dei grandi, in un percorso tortuoso ma mai così affascinante. Oggi, che la giostra ha iniziato a girare è compito di tutti fare in modo che non si fermi, spetta ad ognuno di noi ogni qual volta sia percepibile il minimo rallentamento, scendere dalla comoda postazione e darsi da fare a spingere per raggiungere la velocità ottimale, nella speranza e nella convinzione che nel tempo la giostra neroverde giri sempre più veloce, alla faccia dei deboli di stomaco.
Ad oggi, guardando la classifica viene da darsi da soli delle buone pacche sulle spalle ma è bene tenere le mani ben protese verso gli obiettivi di fine stagione senza soffermarsi troppo sul buono stato attuale. Dopo 14 partite la classifica ci vede a 3 punti dalla vetta ma quello che conta maggiormente, a +6 dalla zona retrocessione. Nonostante la buona prima parte del campionato, la salvezza rimane, infatti, l'obiettivo stagionale. Raggiungerla significherebbe molto per questo gruppo, dimostrerebbe oltre al valore della squadra anche il fatto che in certi casi la volontà, la convinzione ed il sacrificio possono sopperire anche alle lacune tecniche ed al destino avverso. Se da una parte è fuori discussione la superiorità di alcune compagini (Malborghetto, Campiglia, Usap, Staggia e Vico giusto per fare dei nomi) rispetto a quella neroverde dall'altra è bene ricordare che forse con i ginocchi di Mannucci e di Sprugnoli esenti da rottura e con i muscoli di Gonnelli, Parigi e Bigazzi in piena forma forse questa differenza sarebbe stata decisamente più livellata. Pensare a ciò che sarebbe stato, tuttavia, non giova né allo spirito né ai fatti, la realtà è che, nonostante le pesanti e lunghe assenze, il San Gimignano è riuscito a tenere le testa alta fino ad oggi e le premesse affinché ciò avvenga fino alla fine del campionato ci sono tutte...chi si vuol toccare si tocchi, chi invece, come me, ci crede, tiri fuori le unghie e dimostri a tutti, e a sé stesso, che è così. 15 punti fatti, 9 gol segnati e 8 subiti...avete letto bene, ogni gol segnato ha contribuito a portare in casa neroverde 1,66 punti (la vittoria vale due punti, ndr), roba da guinness dei primati! L'attacco sangimignanese è il più sterile di tutto il torneo ed i marcatori sono facilmente ricordabili (Andreuccetti (3); Caldini (2); Rossi, Grassi, Bazzani; Bellini F), la difesa di contro è la meno battuta del campionato nonostante il continuo susseguirsi di portieri. Ciò conferma sia l'elevato livello dei difensori turriti (Bazzani, Pepi, Panichi, Bagni, Targi, Ciampalini, Saccardi meritano tutti una citazione) sia la capacità di mister Bisignano di saper gestire la squadra e di riuscire a portare punti nonostante la difficoltà realizzative. E' infatti giusto dare a Cesare ciò che è di Cesare ed a Bisignano ciò che è di Bisignano. Chi lo ha criticato ad inizio anno adesso è costretto a ricredersi, sia dal punto di vista tecnico che da quello umano, un allenatore vero che è riuscito a scindere sul campo il suo ruolo da quello di amico, che si dimentica le facce davanti alle prestazioni al momento di scegliere gli undici titolari, che non si fossilizza sugli uomini e sul modulo ma che sceglie il da farsi in funzione del contesto.
La giostra, al momento, sta girando, ha riportato sorrisi, divertimento, pubblico sulle tribune di Belvedere...spetta a tutti noi fare in modo che continui per questa strada, cioè...a noi...a voi...perché io non voglio scendere a spingere, anche perché ora come ora...

Esito

Articolo pubblicato su TORRISPORT il periodico dell' APD SAN GIMIGNANO

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