STAGGIA - SAN GIMIGNANO 2-0: alla scoperta del limite

E' inutile dire, oggi, che mi sarei apsettato una partita diversa. Mi piace pensare che tutti quelli che sono scesi in campo si fossero aspettati una partita diversa ma vorrei, allo stesso tempo, che si facesse largo la coscienza che le partite nascono, si sviluppano e finiscono in funzione del singolo contributo che viene messo proprio sul quel rettangolone verde. Le partite non si vincono certo con i buoni propositi, con l'idea, con le parole, con i passettini sulle punte dei piedi, con "no, in contrasto no...tanto spero che poi la palla la perda e che i nostri difensori ci facciano ripartire", non si vincono con "no, aspetta lì devo andarci in scivolata, per tirare aspetto che mi passino la palla proprio qui, e allora si che con il mio destro a giro farò esultare la tribuna...". Le partite, a mio avviso si vincono in altri modi ma non voglio fare una paternale, vorrei solamente che ognuno si facesse un esame di coscienza e si rendesse conto cio che ha fatto, di ciò che non ha fatto e soprattutto di ciò che avrebbe potuto fare per fare meglio. Stranamente eravamo partiti bene sull'aeroporto staggese, avevamo costruito interessanti occasioni giocando palla a terra, poi ci siamo piano piano offuscati, abbiamo iniziato a perdere il centrocampo (e di conseguenza l'attacco...), abbiamo iniziato a perdere i duelli e le cosiddette "palle mezze e mezze" e loro ci hanno fatto 2 pere, dopo aver vinto due cazzo di contrasti! Ma quello che maggiormente mi consuma lo stomaco è aver visto un atteggiamento impensabile dopo essere rimasti in superiorità numerica e sotto di una sola rete. Ci siamo comportati come se ci avessero catapultato su quel campo per caso, abbiamo iniziato a giocare senza idee e senza concretezza...come se quel gol ci avesse fatto capire che ormai quella partita la avremmo persa. E' inutile urlare le buone intenzioni nello spogliatoio o imperversare come demoni inferociti sul campo di allenamento quando poi, davanti ad un avversario qualunque ci caghiamo addosso, abbiamo paura di fare tutto e non solo di dare qualche pedata o di proteggere la palla con una spallata o con un gomito alto...abbiamo proprio paura di noi stessi...non trovo altre motivazioni alle palle perse senza il pressing alcuno degli avversarri alle mancate presenze in area sui cross provenienti dal fondo, alla necessità di rimpallare il pallone dieci volte prima di allontanarlo dall'area di rigore. Per questo chiedo a tutti di pensare e di riflettere sui propri errori e sui propri limiti...perchè certe cose non possono essere allenate ma dipendono esclusivamente da ognuno di noi, dalla nostra convinzione, dalla nostra sicurezza, dalla nostra personalità...e sono cose che purtroppo, nel calcio, fanno la differenza.